Teatro

Teatro alla Scala: raggiunto un accordo tra sindacati e azienda

Teatro alla Scala: raggiunto un accordo tra sindacati e azienda

Dopo piu' di 8 ore di riunione, è stata raggiunta un'ipotesi di accordo fra sindacati e azienda alla Scala di Milano. Oggi i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Fials porteranno all'assemblea generale dei lavoratori il risultato delle trattative: sarebbero stati concordati il compenso economico 2006-2007 e i suoi tempi. L'assemblea e' fissata per le 14. Tre ore dopo e' in programma la prova generale della prima del 7 dicembre: "Tristan und Isolde" di Wagner con la direzione di Daniel Barenboim. Dopo tanti patemi, tanti dibattiti, tante trattative frenetiche, la «prima» più attesa della scena italiana sembra salva davvero. "Tristan und Isolde" si ameranno e moriranno secondo le intenzioni musicali e registiche di Barenboim e Chéreau, accoppiata straordinaria, inedita su questa ribalta. L'ultimo scoglio, quello che pochi giorni fa aveva di nuovo fatto salire la tensione, il quando erogare gli anticipi, è stato superato. «Sarà entro febbraio", promette il sovrintendente Stèphane Lissner (nella foto). "Prima non posso, la legge me lo vieta. Il protocollo firmato l'altro giorno da Rutelli mi consente di riaprire la trattativa per l'integrativo ma non di pagare prima della modifica della Asciutti". Che ormai è cosa certa. "Come certissima è la volontà della Scala di pagare l'una tantum per l'aumento di produttività. Qui ormai il sipario si apre 237 volte l'anno e gli spettatori nell'ultima stagione sono passati da 370mila a 450mila". "Nonostante il nervosismo di questi giorni tutti hanno lavorato con la professionalità di sempre". Stavolta la «prima» è una «tre giorni»: il 5 il concerto (a ingresso libero) dedicato al maestro Victor de Sabata nel 40° della scomparsa. «Barenboim lo ammira moltissimo, per l'occasione si è proposto come pianista». E poi, la sera dopo, la sorpresa dell'Histoire du soldat. «Un'altra "prima", dedicata ai giovani. Protagonisti ancora Barenboim e Chéreau, il primo a dirigere un'ensemble di sette prime parti scaligere, il secondo voce recitante del capolavoro di Stravinskij". Una ghiotta «prima della prima» offerta a quel pubblico che di solito non può permettersi i biglietti d'oro della Scala. Una democratizzazione dell'opera, insomma: "Se si vuol fare una vera politica d'apertura a nuovi pubblici, innescare coproduzioni, scambi internazionali, c'è bisogno di autonomia di gestione. So che questo non piacerà a tutti, ma la Scala non è paragonabile a nessun altro ente lirico. Qui siamo a un altro livello, ed è giusto che questo venga riconosciuto. La mia battaglia per il 2008 sarà questa». Intervista rilasciata a "Il Corriere della Sera".